Pur seguendo i canoni iconografici bizantini e russi, le icone arabe (melkite) hanno spesso caratteristiche proprie che le contraddistinguono.
I volti non solo dei santi del Medio Oriente, ma di Cristo e degli angeli hanno carnagioni arabizzanti. I visi sono caratterizzati da un ovale più naturale e un'espressione più morbida che nelle icone bizantine. I corpi sono più pieni e rotondi con meno della modellazione che è caratteristica della pittura dell'icona tradizionale. I santi stessi sono sovente rappresentati con tratti infantili, simbolo dell'eterna giovinezza.
In aggiunta ci sono costumi arabi, mobili moderni e oggetti domestici d'uso quotidiano in netto contrasto con i santi bizantini.
I primi lavori melchiti sono caratterizzati da sontuose decorazione prese in prestito direttamente dall'Arte islamica. Le decorazioni intricate presenti sugli ottoni, sui tappeti persiani e sui broccati e pannelli di legno di Damasco si ritrovano tutte nelle icone melchite. L'intera superficie dell'icona, soprattutto nel XVII e XVII secolo, è sovente coperta di fiori, ortaggi e disegni geometrici; foglie piegate, fiori di loto, melograni, gigli, tulipani e le palme sono sparsi ai bordi, sulle aureole e l'abbigliamento dei santi. Nel XIX secolo si riscontra una maggiore semplicità.
Anche le iscrizioni dedicatorie, di norma in arabo, sulle icone melchite assumono un sapore decisamente Medio Orientale: mentre le iscrizioni greche e russe sono succinte, quelle sulle opere melkite sono lunghe e fiorite e possono occupare una parte notevole della superficie dell'icona.
Le più belle icone arabo-bizantine sono probabilmente quelle realizzate dalla scuola di Aleppo tra il XVII e il XVIII sec.
Purtroppo questa scuola è quasi scomparsa, sostituita da una tradizione più occidentalizzata, al limite cretese. Il S. Basilio qui riportato, opera dell'iconografo contemporaneo melkita Asaad Bawardi di Nazareth, costituisce quasi un unicum1.
1) Anche nell'ambito della produzione dello stesso autore: vedi ad esempio le altre icone riportate su questo stesso sito: Nimphios e Aghiosoritissa